Cippo al Passo della Maceglia

In questo luogo il 14 luglio 1944, un gruppo di partigiani della brigata “Bozzi” fu attaccato nel loro accampamento da un numero non identificato di soldati tedeschi e probabilmente anche repubblichini. Nello scontro rimasero uccisi i partigiani Franco Prioreschi e Sergio Giovannetti.

Data inizio: 14/7/1944
Data fine: 14/7/1944

Dopo lo sfondamento della Linea Gustav nella primavera del 1944, gli eserciti degli Alleati risalirono tutta la penisola liberando il 4 giugno 1944 Roma. Mentre gli Alleati avanzavano, l’esercito tedesco, guidato dal feldmaresciallo Alber Kesselring, si attestò su un’altra linea difensiva, la Linea Gotica, che da Massa Carrara a Rimini tagliava in due la penisola con fortificazioni, bunker e trincee. Nell’estate del 1944 anche l’attività partigiana nella provincia di Pistoia si fece più frequente, con numerosi attacchi a colonne tedesche e repubblichine. Nella zona tra l’Abetone e San Marcello operavano principalmente la formazione XI Zona- “Pippo” e la brigata garibaldina “Gino Bozzi”. Al passo della Maceglia un gruppo di partigiani della “Bozzi” aveva ricavato da n un vecchio capanno, oramai abbattuto, una sorta di accampamento. Il gruppo lì accampatosi era composto da Viamonte Baldi (nome di battaglia Bramante), Romualdo Bardini (Bombardiere), Bruno Cinotti, Sergio Giovannetti (Cucciolo), Loris Guidotti (Meo), Osvaldo Paperi (Papero), Franco Prioreschi (Franchino), Ilvo Susini (Buricchi), Bruno Bargellini (Mercurio), David Bizzarri (Broccolo)

La mattina presto del 14 luglio 1944 Franco Prioreschi si trovava sul sentiero verso il passo della Maceglia quando venne ucciso da dei soldati tedeschi e italiani che poi si recarono al capanno dove era accampato il resto del gruppo. Arrivati al passo della Maceglia i nazifascisti iniziarono a sparare sui partigiani e a mitragliare il capanno. Bruno Cinotti riuscì a scappare subito nel bosco, gli altri partigiani furono comunque feriti dalle raffiche di mitra. Giovannetti morì sul colpo, Susini provò a rispondere al fuoco ma l’arma si inceppò e Paperi racconta che riuscì ad afferrare un fucile, ma che gli fu scagliato via dalle mani da una raffica di mitra. Una volta placatosi il fuoco delle armi, i partigiani benché feriti, e alcuni anche gravemente, riuscirono a scappare e a nascondersi nel bosco. Guidotti si nascose sotto le frasche raccolte all’interno del capanno e mentre era nascosto sentì un soldato, in una chiara pronuncia italiana, dire “brigata Garibaldi” in tono sarcastico.

Sul luogo del Passo della Maceglia sono stati installati, nell’immediato dopoguerra, una croce con una piccola base di cemento con inciso “P. Franco/ G. Sergio/ Per la libertà”. Il 26/9/1971 il comune di San Marcello installò un cippo di pietra in occasione del 25° anniversario della Repubblica «a perenne ricordo dei caduti della brigata Gino Bozzi».