Serra è un piccolo borgo nel comune di Marliana, situato in un’area montana di media altitudine, sulla costa dell’Appennino pistoiese in cui si trova l’Alta Valdinievole. Quanto ivi accaduto il 19 settembre 1944 è uno degli esempi di come, nel corso della ritirata, la Wermacht compì crimini di efferata crudeltà ai danni di uomini, donne e bambini, indistintamente; oltre agli omicidi erano frequenti incendi, razzie e saccheggi. Il fatto riporta alla questione della “guerra ai civili”, ossia a quell’escalation di violenza di cui le forze tedesche si resero protagoniste nell’estate del 1944 e, in particolare, nelle settimane successive alla rottura del fronte sulle linee dell’Arno.
Marliana era stata liberata il 10 settembre e i tedeschi di passaggio sull’Appennino, in ritirata verso la Linea Gotica, transitarono da Serra il 19 settembre. Si imbatterono nel rifugio che la popolazione sfollata da Momigno – un altro borgo nel Comune di Marliana, di altitudine inferiore rispetto a Serra – aveva costruito per mettersi al riparo dalle batterie alleate che in quei giorni presidiavano le strade. Questo rifugio si trovava in una zona limitrofa al paese di Serra, vicino al bosco, in direzione della Fontana di Castrimoro.
I tedeschi, giunti nei pressi del rifugio, fecero agli sfollati una serie di domande, ossia chiesero se in paese vi fossero tedeschi o inglesi, quanti ve ne fossero e se fossero armati o meno. Si sentirono rispondere che, essendo stato proibito entrare in paese, nessuno di loro poteva essere in grado di fornire informazioni precise a riguardo. I soldati tedeschi entrarono in paese e vi rimasero per alcuni minuti, dopo di che tornarono all’imboccatura del rifugio e lo distrussero con le bombe a mano. Uccisero due donne adulte, tre bambine e un anziano, per un totale di sei persone, tutti membri della famiglia Parenti. Morirono l’anziano padre Francesco Parenti di 79 anni, la figlia Orsola Innocenti di 44 anni, la nuora Pierina Giovannini di 32 anni e le tre nipotine: Lia Innocenti di 8 anni, Rosanna Parenti anche lei di 8 anni e la piccola Loretta Parenti di soli 11 mesi.
Tale episodio è riportato in una relazione stilata dal C.L.N. di Marliana e inviata al C.L.N. di Pistoia nei giorni successivi alla strage. I dettagli dell’accaduto sono stati raccolti grazie alla testimonianza del padre di un bambino che si trovava al rifugio e che era tra le potenziali vittime. Il piccolo si salvò perché ebbe la prontezza e la fortuna di riuscire a gettarsi tra due materassi rimanendo solo ferito.