La Società San Giorgio si costituì nel 1905 a Genova, indirizzandosi fin da principio alla fabbricazione di autoveicoli. La scelta del luogo in cui impiantare gli stabilimenti ricadde su Pistoia, ove era presente un importante snodo ferroviario e una fiorente industria di carri e carrozze, che garantiva un bacino di maestranze specializzate da cui attingere la manodopera. Nel 1905 gli imprenditori liguri acquistarono un terreno lungo il viale Antonio Pacinotti e due anni dopo rilevarono la ditta Trinci, che dal 1837 produceva carrozze, omnibus e ambulanze.
La crisi del mercato delle automobili rallentò i piani della San Giorgio e spinse i dirigenti a indirizzarsi su un settore differente: dal 1908 fu avviata la produzione e la riparazione di carrozze ferroviarie, che fu affiancata alla produzione preesistente della ditta Trinci. Nel 1907 furono avviati i lavori per la costruzione dei nuovi stabilimenti sul viale Pacinotti. La realizzazione del progetto della palazzina di accesso allo stabilimento, che dovevano riflettere il prestigio e la ricchezza della società, fu affidata a Gino Coppedè, architetto fiorentino di grande talento che già aveva lavorato per la San Giorgio in Liguria.
L’edificio che si può oggi ammirare è il risultato di una serie di semplificazioni del progetto originale, rispetto al quale risulta più disadorno. Rimane comunque un raro esempio di architettura liberty applicata ad uno stabilimento industriale. La struttura si salvò dalla distruzione nel corso del secondo conflitto mondiale, quando l’intera area delle officine San Giorgio subì gravissimi danni a causa dei bombardamenti. Nel 1973 la Breda, che aveva rilevato l’azienda, spostò gli stabilimenti in un altro sito e la palazzina andò incontro ad una lunga fase di abbandono.