Muro della casa che ospita la targa commemorativa

Targa in ricordo delle vittime della strage di Castel dei Gironi

Una delle case che compone il piccolo abitato di Castel dei Gironi (località Montemagno, Quarrata) ospita la targa in ricordo delle tre vittime della strage lì consumata per mano nazista il 9 agosto del 1944. La targa, in marmo, è oggi coperta da un pannello di protezione.

Data inizio: 9/08/1944
Data fine: 9/08/1944

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Città di Quarrata

Nel luglio del 1944 la zona di Quarrata era piantonata da diverse bande partigiane tra cui i «Ribelli del Montalbano», la «Falco» e la «Comunista n. 1». Gli scontri con le pattuglie tedesche che presidiavano quei luoghi erano frequenti e, conseguentemente ad uno di questi, rimase ucciso un soldato tedesco. L’episodio dette il via, il 9 luglio 1944, ad un rastrellamento che investì la zona di Montemagno. La prima vittima fu Gino Bracali, un uomo colpevole di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato: era incapace di intendere, in quanto affetto da disabilità psichica, e fu mitragliato dai tedeschi solo perché non seppe rispondergli su dove fosse diretto.

Vennero catturati cinque uomini, fatti prigionieri e portati a Santonuovo, altra località nel comune di Quarrata, presso la fattoria Poggi Banchieri, dove furono interrogati e torturati. L’interrogatorio avvenne alla presenza di un’interprete, la signora Maggetta Contrucci, che mediò facendo comprendere ai nazisti che i cinque inquisiti erano estranei a qualsiasi azione partigiana. Questi evitarono la fucilazione e vennero spediti alla Todt di Empoli, che venne liberata dagli alleati il mese dopo.

La furia nazista non si era ancora esaurita quando la sera dello stesso 9 agosto alcune pattuglie circondarono l’abitato di Castel dei Gironi e, dopo aver fatto uscire donne e bambini, incendiarono e distrussero tutto il piccolo agglomerato che contava 14 case. In quel gruppetto di case erano soliti riunirsi una decina di giovani i quali si erano decisi ad aiutare i partigiani della zona. Tra di loro c’era un soldato polacco infiltrato; fu lui a riferire ai tedeschi quando attaccare. Questi, ricevuto l’avviso, si appostarono nei dintorni e cominciarono a sparare ma, dato che nessuno rispose al fuoco, decisero di appiccare l’incendio.

In una di quelle abitazioni c’era il partigiano Giordano Cappellini che, insieme ad un uomo ammalato – tale Giordano Innocenti – tentò di fuggire, senza riuscirci. Cappellini venne mitragliato e i tedeschi vietarono di rimuoverne il corpo che rimase esposto per diversi giorni. Innocenti venne poi ucciso dal soldato polacco che si scoprì essersi infiltrato nella formazione partigiana «Comunista n. 1».

In una relazione della «Comunista n. 1» si trova conferma della vicenda in un piccolo resoconto dove si legge:

nel giorno 9 agosto trovava morte eroica il partigiano nei pressi di Gironi Tizzana in seguito ad accerchiamento nella casa ove era rifugiato il compagno Cappellini Giordano.