Targa in ricordo di Umberto Luschi

La targa in ricordo di Umberto Luschi si trova sul ciglio della strada di Via Bartolini, a Larciano in località Castelmartini. È posta su un supporto metallico alto circa un metro che la rende visibile.

Data inizio: 1/08/1944
Data fine: 1/08/1944

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Città di Larciano

L’area intorno a Larciano è tristemente nota per uno dei massacri più violenti compiuti durante l’occupazione tedesca in Italia: la strage del Padule di Fucecchio, che il 23 agosto 1944 costò la vita a 175 persone, quasi tutte civili, tra cui moltissime donne e bambini.

Larciano fu anche teatro di altre atrocità. Tra le vittime di quella che viene ricordata come l’«estate di sangue» del 1944 vi fu Umberto Luschi. Originario di Livorno, Luschi era sfollato a Castelmartini, una località del Comune di Larciano, per sfuggire ai bombardamenti alleati che devastavano la sua città. Qui trovò ospitalità presso una famiglia di contadini che abitava nei campi dietro la residenza dei Baroni Poggi Banchieri. Nell’estate del 1944, la villa Poggi Banchieri ospitava un presidio militare tedesco sotto il comando del tenente colonnello Henning von Witzleben, comandante del 9° Panzer-Grenadier-Regiment.

Umberto Luschi, allora quarantatreenne, venne fucilato dai tedeschi sulla soglia di casa, senza un’accusa esplicita né prove di colpevolezza. Si diffuse la voce che i tedeschi sospettassero Luschi di essere un partigiano, ma non fu mai confermata la sua partecipazione alla Resistenza. È possibile che alcuni abitanti lo considerassero tale semplicemente per le sue caratteristiche di giovane uomo, sfollato e vittima dei nazisti nel periodo più cruento delle stragi.

Nel 1945 venne istituita la Commissione nazionale per i patrioti dell’Italia liberata, incaricata di documentare le attività svolte da patrioti e partigiani. Questa commissione formulò delle linee guida per aiutare le Commissioni regionali a distinguere e a destreggiarsi tra le quattro qualifiche riconosciute: partigiano combattente, caduto per la lotta di liberazione, mutilato o invalido per la lotta di liberazione e benemerito della lotta di liberazione. La Commissione regionale toscana riconobbe a Luschi la qualifica di Caduto per la lotta di liberazione, asserendo che fosse stato assassinato dai nazi-fascisti per rappresaglia. Non sono stati reperiti ulteriori dettagli sul motivo che scatenò questa vendetta.