Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio
Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio
Il Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio si occupa della valorizzazione degli aspetti ambientali, culturali, storici di questa area umida. Conserva i bozzetti preparatori del monumento alle vittime dell’eccidio di Castelmartini.
Il Padule di Fucecchio, con i suoi 2000 ettari di estensione, è l’area umida interna più vasta d’Italia. Ancora nel secondo ‘900 le comunità insediate ai margini del Padule ne traevano pescato, selvaggina e, soprattutto, le cosiddette ”erbe palustri”, impiegate in varie tipologie di manifattura. Proprio queste comunità di contadini e lavoratori dell’incolto furono colpite dalla violenza nazifascista nell’estate del 1944. Molte persone, quasi tutti civili – sfollati, renitenti alla leva, contadini – avevano trovato rifugio nella palude. Il massacro costò la vita a 174 persone ed è riconducibile alla strategia terroristica adottata dall’esercito occupante contro la popolazione italiana nella delicata fase del ripiegamento verso gli Appennini.
A partire dagli anni ’70 amministratori locali e cittadini iniziarono a riconoscere il valore naturalistico, storico e culturale dell’area, che era andata incontro nel secondo dopoguerra a un rapido processo di spopolamento e degrado ambientale. Nel 1996 la Provincia di Pistoia ha istituito la Riserva Naturale del Padule di Fucecchio. Il centro visite è stato edificato nel 2015 con fondi della comunità europea nel rispetto dei più moderni criteri di sostenibilità ambientale. La struttura è sede del Centro RDP e ospita esposizioni permanenti e mostre temporanee inerenti alle tradizioni e agli aspetti di interesse naturalistico del padule, una piccola biblioteca, una sala conferenze, un bookshop, attrezzature e spazi per la didattica. Fra gli oggetti in esposizione si segnalano i bozzetti preparatori del monumento in ricordo delle vittime della strage, realizzati da Gino Terreni, situato a breve distanza dalla struttura.
Parte dell’allestimento del Centro risponde alla volontà dell’artista, venuto a mancare nel 2015, di mettere a disposizione della comunità larcianese i lavori in questione ed è stato finanziato con il Fondo italo-tedesco per il Futuro dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma. Le opere ivi conservate sono un bassorilievo in gesso (bozzetto finale) e un altorilievo in terracotta del monumento Lo Stupore, un bassorilievo in cemento e un bassorilievo in gesso del monumento O bella ciao…, un bassorilievo in gesso dei monumenti Cefalonia e O bella ciao… (bozzetto finale), l’affresco Cefalonia e il dipinto La vecchia cieca, con la bomba a mano nel grembiule messa dai nazisti. Quest’ultimo lavoro in particolare si riferisce a un episodio della strage verificatosi a Casa Simoni, podere facente parte della proprietà Poggi-Banchieri, dove alcune famiglie furono quasi interamente sterminate il 23 agosto 1944. Maria Faustina Arinci detta Carmela, una novantaduenne cieca, fu fatta saltare in aria dai soldati tedeschi che le avevano messo una bomba a mano nella tasca del grembiule mentre vagava fra i cadaveri delle vittime appena assassinate nell’aia della colonica.
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