La Fortezza Santa Barbara durante la Seconda guerra mondiale fungeva da caserma e da deposito di armi. Qui il 31 marzo 1944 furono giustiziati quattro renitenti alla leva e disertori. Le Squadre Franche Libertarie di Silvano Fedi riuscirono per ben quattro volte dal ’43 al ‘44 ad assalirla e a rubare armi e vettovagliamenti.
La Fortezza Santa Barbara è una fortificazione medicea, costruita su una struttura del ‘300, voluta da Cosimo I de Medici nel 1543. Dalla seconda metà del Seicento l’edificio entrò in declino fino a diventare caserma e carcere militare, funzione che mantenne anche durante il periodo dell’occupazione nazista.
Alla Fortezza sono stati fucilati il 31 marzo 1944 quattro “ragazzi” (Valoris Poli, Alvaro Boccardi, Aldo Calugi e Lando Vinicio Giusfredi). Valoris e Aldo si erano uniti ai partigiani, mentre Alvaro e Lando Vinicio si erano rifiutati di aderire alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana. Furono catturati e condotti al carcere delle Ville Sbertoli. Dopo un processo farsa, furono condannati a morte; le bande partigiane pistoiesi cercarono di far evadere i ragazzi, ma il piano non andò a buon fine. I “ragazzi” morirono fucilati all’interno della Fortezza il 31 marzo 1944; fino all’ultimo contestarono le loro accuse e rifiutarono di farsi bendare.
Nel 2007 il presidente Giorgio Napolitano, su iniziativa dei cittadini pistoiesi, ha concesso la medaglia d’oro al merito civile ai quattro martiri della Fortezza.
Sopra la targa dedicata ai quattro ragazzi ne è presente un’altra dedicata alla memoria di Attilio Frosini, ragazzo pistoiese di diciassette anni fucilato dalle truppe austriache il 29 giugno 1849; l’esercito asburgico aveva occupato la Toscana a seguito dei moti risorgimentali del 1848.
Le Squadre Franche Libertarie, guidate dal partigiano Silvano Fedi, riuscirono in ben quattro occasioni, dall’ottobre 1943 al giugno 1944, ad entrarvi di nascosto e reperire armi e vettovagliamenti. La notte del 17 ottobre 1943 sette partigiani riuscirono a rubare diecimila colpi di mitragliatrice; rientrarono una seconda volta all’alba uscendone con otto rotoli di coperte da campo. Il bottino più importante fu recuperato nell’assalto del 20 ottobre: i partigiani rubarono delle casse di bombe fumogene, alcune centinaia di caricatori per moschetto, due casse di munizioni per mitragliatrice e cinque rotoli di coperte.
Gli assalti ripresero il 2 giugno 1944. Le Squadre Franche seppero che nella Fortezza era presente un gran numero di viveri e decisero di attaccare. Nonostante le numerose guardie presenti i partigiani all’una di notte entrarono dal portone principale, scalarono le finestre, riuscirono a catturare le guardie e le obbligarono a caricare tutti i viveri su un autocarro. Furono necessari due viaggi. Oltre ai numerosi viveri, i partigiani rubarono anche tre mitragliatrici e donarono numerosi fucili ad alcuni partigiani di Montale venuti ad aiutare nell’operazione, conclusasi all’alba. Tutte le refurtive vennero nascoste in montagna.