L’intitolazione di piazza XXIII agosto a Stabbia riporta alla memoria di uno dei più tragici fatti di sangue che si consumarono in Toscana nell’estate del 1944 per mano nazifascista. In questa località furono uccise 24 persone.
Nel territorio di Stabbia gli episodi più cruenti della strage si ebbero in due casolari dove i tedeschi erano acquartierati: casa Pieri e casa Faini. A casa Pieri i soldati partirono di mattina per compiere la strage ma uno si trattenne in loco e fu successivamente raggiunto da altri tre uomini che portarono via 8 persone e le uccisero lungo un argine. Solo il sedicenne Franco Pieri si salvò gettandosi a terra in fondo al canale asciutto; i tedeschi gli spararono ma non riuscirono ad ucciderlo.
Angiola Santini nei Borghini fu uccisa nelle immediate vicinanze dell’abitato. Si diresse verso il Padule quando sentì sparare; voleva accorrere in aiuto del marito e del figlio, entrambi morti nella strage.
Azelio Cupini (54 anni) e suo figlio Elio Gino Cupini (27 anni), erano pastori di Castelfranco di Sotto sfollati a Stabbia. I Cupini avevano nascosto il loro gregge di pecore in Padule ed erano andati di notte a governarle. Furono trovati e uccisi dal plotone che aveva già sterminato 4 famiglie a casa Simoni e a Cintolese. A testimoniarlo fu Averardo Corrieri, un ragazzo che fu costretto dai tedeschi a trasportare le casse con le munizioni.
Nonostante l’entità della tragedia vi furono anche episodi meno sfortunati. Alcune famiglie sarebbero state salvate da un soldato tedesco che frequentava abitualmente la zona e che la sera prima dell’eccidio si recò a Stabbia in motocicletta per avvertire del pericolo le persone di sua conoscenza.
La lapide, apposta su un edificio della piazza nell’immediato dopoguerra, è stata restaurata nel 2023: le fessure nel marmo sono state stuccate e i caratteri incisi sono stati ridipinti (la vernice si era erosa e le scritte erano diventate pressoché illeggibili). Non solo sono riportati i nomi di 14 vittime dell’eccidio, ma anche quelli di 4 stabbiesi uccisi in altre circostanze legate al conflitto – presumibilmente cannoneggiamenti – nell’estate del 1944. Nel 2015, su iniziativa del comune di Cerreto Guidi e dell’ambasciata tedesca a Roma, è stata installata una tabella esplicativa in un’aiuola della piazza. Vi si può leggere un breve messaggio scritto dalla sindaca di Cerreto Guidi e tradotto in inglese e in tedesco.