Monumento alle vittime dell’eccidio del Padule di Fucecchio – Castelmartini

Il monumento alle vittime dell’Eccidio del Padule di Fucecchio fu inaugurato nel 2002 alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. È collocato a Castelmartini, una delle comunità più colpite dalla strage del 23 agosto 1944: ben 36 persone furono uccise fra l’abitato e il Padule.

Data inizio: 23/08/1944
Data fine: 23/08/1944

Segmento di percorso dal nostro partner

Città di Larciano

Il sito monumentale di Castelmartini (Larciano) ha quale assoluti protagonisti i lavori di Gino Terreni, artista poliedrico ed esponente di punta dell’espressionismo italiano, ma anche ex partigiano e soldato del regio esercito durante la guerra di liberazione. Terreni, venuto a mancare nel 2015, ha combattuto nell’entroterra fiorentino e sulla Linea Gotica. Una placca apposta sul basamento ricorda l’inaugurazione del sito, avvenuta il 16 settembre 2002 alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il monumento è sostenuto da una struttura rivestita da lastre di marmo di Carrara e si compone di due gruppi scultorei. Una cornice inserita nella parete del basamento racchiude a sua volta due diversi bassorilievi: sulla sinistra la composizione intitolata Cefalonia – chiaro riferimento all’eccidio perpetrato dai tedeschi ai danni del regio Esercito nel settembre del 1943 – raffigura due soldati italiani che sorreggono il corpo di un alpino ucciso. A destra si trova invece l’opera intitolata O bella ciao…, che rappresenta una scena ispirata alla lotta partigiana: un ribelle sostiene fra le sue braccia una compagna morta o morente e, al loro fianco, si può notare una colomba ad ali aperte sul ramo di un albero. Cefalonia e O bella ciao… commemorano il sacrificio dei combattenti toscani Caduti nella Seconda Guerra Mondiale.

L’altra opera – la più vistosa – è un altorilievo ricavato da un blocco di marmo posato su un piedistallo nella parte superiore della struttura. Lo Stupore – questo il nome della scultura – rappresenta un uomo e una donna con le mani alzate al cielo ed un’espressione di terrore e disperazione sul volto; l’artista li coglie nel momento drammatico che precede la fucilazione. Le braccia e le mani tese delle due figure si sovrappongono ai rami di un albero che le separa. Ai loro piedi una madre, già colpita e stesa a terra, stringe fra le sue braccia il figlio piccolo, ancora vivo, che resta disperatamente aggrappato al suo corpo. Si tratta di una scena che trae ispirazione da un episodio realmente accaduto durante l’eccidio a Casa Silvestri, uno dei poderi della fattoria Poggi-Banchieri situati nelle vicinanze del Padule.

La trentenne Annunziata Mazzei era sfollata in questa colonica e quando fu uccisa aveva in braccio il figlio piccolo, Antonio, il quale sopravvisse al primo attacco tedesco. Alcuni testimoni videro il bambino piangente ancora adagiato sulle spoglie della madre all’esterno della casa. Quando i tedeschi tornarono per uccidere eventuali sopravvissuti, uno dei massacratori, accortosi che il bambino era ancora vivo, gli fracassò la testa con il calcio del fucile dopo averlo appoggiato contro la parete.

Intorno alla struttura che sorregge le opere di Terreni su un lastricato di laterizi sorgono dei muretti di varie dimensioni e forme che fungono da sedute e che simboleggiano le rovine lasciate dall’attacco del 23 agosto 1944, tanto quelle reali delle case incendiate quanto quelle figurate delle vite distrutte e devastate dalla ferocia nazifascista. Sul più alto di questi muri una placca di metallo riporta nomi, età, luogo d’origine ed eventuali parentele di tutte le 174 vittime della strage distribuite per luogo di uccisione.

I bozzetti preparatori delle opere ”Cefalonia”, O bella ciao…” e Lo stupore” sono esposti all’interno del Centro Visite della riserva naturale del Padule di Fucecchio.