Porto delle Morette

Il Porto delle Morette è una delle principali vie di accesso al Padule di Fucecchio, la più vasta zona umida interna italiana. Il 23 agosto 1944 in questa località i tedeschi uccisero alcuni membri della famiglia Criachi e altri civili.

Data inizio: 23/09/1944
Data fine: 23/09/1944

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Città di Larciano

Dei 52 porti esistenti in Padule alla fine del secolo XVIII quello delle Morette è uno dei pochi che si è conservato fino ai giorni nostri, anche grazie a un importante intervento di restauro. Queste infrastrutture erano poli nevralgici dei commerci che si dispiegavano lungo le vie d’acqua fra l’entroterra e la costa Toscana attraverso l’Arno e l’Usciana (unico emissario del Padule). Ancora nel secolo scorso, quando ormai le rotte fluviali erano state abbandonate in favore di quelle ferroviarie, almeno alcuni dei porti del Padule erano ancora utilizzati durante i lavori stagionali di sfalcio della vegetazione per l’attracco delle imbarcazioni e lo scarico del raccolto. Le carici, piante palustri note localmente col nome di sarello, erano tagliate per essere seccate e intrecciate, venivano impiegate per la realizzazione dei cosiddetti ”cappelli” delle damigiane, l’impagliatura dei fiaschi e la realizzazione di vari oggetti di uso quotidiano. Il Porto delle Morette si trovava a ridosso di una porzione del Padule di proprietà della famiglia Criachi, titolari di una vera e propria ditta di raccoglitori delle “erbe palustri’’.

A sinistra rispetto al ponte sul canale del Terzo è visibile il casotto dei Criachi. I casotti sono strutture a un piano tipiche del Padule di Fucecchio: erano – e, in alcuni casi, ancora sono – adoperati come ricoveri e depositi per le attrezzature impiegate dalla popolazione locale nello sfruttamento delle risorse dell’incolto palustre. Nelle settimane che precedettero l’eccidio casotti e capanne di fortuna furono utilizzati come rifugi da sfollati e persone del posto che intendevano sfuggire ai rastrellamenti. Quattro membri della famiglia Criachi si trovavano nel loro casotto la mattina del 23 agosto 1944: si trattava di Fioravante Criachi di 53 anni, suo fratello Giulio di 51 anni, sua moglie trentanovenne Gina Giuntoli ed una nipotina undicenne. I tedeschi arrivarono al casotto e si fecero preparare la colazione dagli occupanti. Dopo aver banchettato con prosciutto, pane, uova e vino assassinarono i tre adulti, mentre la ragazza riuscì a sfuggire alla mattanza nascondendosi in un canale.

Le tre vittime sono ricordate da una lapide apposta sulla facciata del casotto dai familiari. Sul lato opposto dell’invaso del porto, di fronte al casotto, un altro cippo ricorda i due fratelli Criachi e il sessantacinquenne Natale Andreini, assassinato anch’egli in questa località.