Targa a Renato Moscato vittima della Shoah

Renato Moscato, ebreo, nacque a Firenze nel 1888. Abitava a Pistoia con la moglie e i cinque figli, faceva il venditore ambulante. Il 29 gennaio 1944 fu arrestato e condotto prima a Fossoli e poi ad Auschwitz, luogo dal quale non fece mai ritorno.

Data Inizio: 26/01/1888
Data Fine: 06/08/1944

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Città di Pistoia

La presenza ebraica nel pistoiese, anche se non estremamente numerosa, era diffusa su tutto il territorio provinciale; particolarmente concentrata nelle zone cittadine di Pistoia e Montecatini.  Il censimento degli ebrei del 1938 rilevò ventidue nuclei familiari stabilmente residenti nella provincia ed altre quaranta famiglie presenti in modo provvisorio.

Nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, per gli ebrei prese avvio un processo crescente di marginalizzazione ed esclusione. A partire dall’8 settembre 1943, alla “persecuzione dei diritti” si sostituì la “persecuzione delle vite”. Dal 30 novembre 1943 ogni ebreo poteva essere arrestato e i suoi beni soggetti a confisca.

Nel pistoiese le famiglie ebree più conosciute e radicate nel tessuto socio-economico e relazionale della città – pensiamo ai Bemporad, ai Piperno, ai Coen, ai Corcos ed ai Nissim  – non furono colpite dalle deportazioni. Questo fu dovuto probabilmente alla rete di relazioni che avevano intessuto; anche l’assenza di un “ghetto” e di una sinagoga rese verosimilmente più difficili i rastrellamenti.

La storia di Renato Moscato invece non è a lieto fine. Nato a Firenze il 26 gennaio del 1888, abitava a Pistoia in Via Bassa della Vergine con la moglie, Ida Maggiorelli, e cinque figli. Faceva il venditore ambulante di passamanerie e, stando a quanto ha raccontato suo figlio Aldo, sarebbe stato arrestato proprio a causa di un conflitto lavorativo. Un altro venditore ambulante, già squadrista, lo avrebbe segnalato alle autorità per avere un concorrente in meno.

Nella seconda metà di gennaio 1944 la questura di Pistoia predispose una serie di retate nel territorio provinciale. Moscato fu vittima di una di queste e fu arrestato il 29 gennaio. Dopo un breve periodo nel carcere di Santa Caterina in Brana a Pistoia fu trasferito a Fossoli e da lì a Verona, città dalla quale fu deportato il 2 agosto 1944 ad Auschwitz. Non essendo mai state rinvenute notizie certe circa la sua tragica sorte, Renato risulta disperso, deceduto in luogo e data ignoti. Probabilmente morì al suo arrivo nel campo di concentramento il 6 agosto 1944.

Ci sono pervenute alcune delle lettere che Renato aveva inviato alla sua famiglia nel periodo di detenzione presso Fossoli. Di seguito un passaggio di una lettera scritta da Moscato alla moglie Ida.

“La cosa peggiore sta nel fatto di non sapere nulla di nulla e di dover dipendere totalmente da quello che altri hanno deciso per noi. Mentre scrivo queste parole ti sento nel vento che sferza il campo, ti immagino e accanto a te vedo anche Mirella! Saprebbe bello potersi riabbracciare e stringerci ancora una volta tutti insieme. Non so se lo potremo ancora fare.”