Targa ai bambini uccisi e vittime di esperimenti medici nei lager nazisti
Targa ai bambini uccisi e vittime di esperimenti medici nei lager nazisti
Una targa in ricordo posta su una pietra, circondata da rose bianche e preceduta da venti pietre d’inciampo che rimandano alla vicenda dei venti bambini, detenuti prima ad Auschwitz e poi a Neuengamme che nel 1945 vennero seviziati dagli esperimenti medici di Kurt Heissmeyer.
Il numero dei bambini deportati nei lager nazisti è difficile da stabilire. La gran parte dei bimbi veniva uccisa subito, senza essere schedata. Soprattutto i bimbi piccoli, quelli che apparivano più gracili, venivano di norma selezionati per le camere a gas senza nemmeno essere immatricolati. Questo rende molto frammentarie le informazioni documentarie che li riguardano.
Secondo la logica di un piano che vuole sterminare un popolo, è perfettamente coerente che i bambini, futuro della loro comunità, non debbano esistere.
I bimbi che venivano ammessi ai campi erano quelli che potevano sembrare più grandi, più resistenti e quindi idonei al lavoro. A loro era riservato lo stesso trattamento degli adulti, dunque le stesse privazioni. Le condizioni disumane, che portavano alla reificazione dell’uomo prigioniero in un campo di sterminio, erano le stesse per grandi e piccini, con la differenza che i bambini sopportavano peggio il lavoro massacrante, il freddo, la violenza, la fame e le malattie. Per loro erano ancora più scarse le possibilità di sopravvivere.
Oltre al lavoro, un altro motivo per cui alcuni bambini venivano risparmiati alla morte immediata, erano gli esperimenti “medici” di cui, sciaguratamente, potevano essere oggetto.
Quella cui fa riferimento la targa situata al centro della rotonda adiacente a Piazza della Resistenza, è una vicenda che si distingue per crudele brutalità. Le venti rose bianche che circondano la lapide, come anche le venti pietre d’inciampo che si trovano davanti, ricordano i venti bambini – polacchi, francesi, olandesi, jugoslavi e italiani – selezionati dal medico delle SS Josef Mengele e consegnati ad un altro sedicente medico, il dottor Kurt Heissmeyer che nel gennaio del 1945 portò avanti il suo ultimo, inutile e sanguinoso esperimento. Volle osservare la reazione immunitaria di bambini sani al bacillo tubercolare. Alle iniezioni seguì l’asportazione delle ghiandole linfatiche, quindi una severa compromissione del sistema immunitario.
Il 20 aprile 1945, quando da Berlino arrivò l’ordine di cessare gli esperimenti e cancellarne le tracce, i bambini vennero caricati su un camion e portati a morire nella scuola di Bullenhuser Damm, divenuta un distaccamento del campo di Neuengamme, presso Amburgo. Sedati, poi impiccati e infine cremati, la morte di questi bambini rappresenta uno degli esempi di maggiore spietatezza ai danni del volto più innocente del genere umano.