Ville Sbertoli

Il complesso delle Ville Sbertoli fu trasformato nel 1944 in un carcere per prigionieri politici e da lì le Squadre Franche Libertarie di Silvano Fedi riuscirono a far evadere 59 prigionieri.

Data inizio: 26 giugno 1944
Data fine: 26 giugno 1944

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Città di Pistoia

Le Ville Sbertoli furono acquistate dal dott. Aldo Sbertoli che nel 1868 le trasformò in una casa di cura per malati mentali. Il complesso originale, visto il gran numero di pazienti e la fama della casa di cura, venne incrementato con altre costruzioni realizzate dal figlio Nino. Quest’ultimo nel 1920 vendette la villa a privati che gestirono la casa di cura in accordo con la provincia di Pistoia. Nel 1944, poichè il carcere di Santa Caterina era stato bombardato, il complesso divenne un carcere per prigionieri politici. Nel 1950 la Provincia di Pistoia acquistò il luogo trasformandolo nell’Ospedale Neuropsichiatrico provinciale e tale rimase fino alla chiusura dei manicomi nel 1978 con la legge Basaglia. Oggi le Ville sono chiuse al pubblico e sono in stato di degrado e abbandono.

Durante la guerra di Liberazione le Squadre Franche di Silvano Fedi organizzarono alle Ville Sbertoli un’evasione di prigionieri. La mattina del 26 giugno 1944 Enzo Capecchi si presentò ai cancelli con Licio Gelli (allora ufficiale di collegamento tra l’esercito repubblichino e quello tedesco); si spacciarono per poliziotti dichiarando che il pomeriggio sarebbero tornati per il trasporto di alcuni prigionieri e per un’ispezione. Alle 14:00 i due si ripresentarono al carcere con Silvano Fedi, Artese Benesperi e altri partigiani fintamente ammanettati, ma in realtà armati di pistole e di bombe a mano. Una volta tagliato il collegamento telefonico, i partigiani riuscirono a disarmare le guardie, a farsi consegnare le chiavi e ad aprire le porte delle celle. Con l’azione riuscirono a liberare 57 prigionieri politici, di cui tre donne, e due ebrei.