L’eccidio del Padule di Fucecchio. Dalla tragedia al ricordo: una passeggiata nella storia
L’eccidio del Padule di Fucecchio. Dalla tragedia al ricordo: una passeggiata nella storia
Il percorso tocca vari siti che furono teatro dell’eccidio del Padule di Fucecchio. Sono stati dedicati al ricordo delle vittime e includono lapidi, monumenti, mostre, allestimenti museali ed esposizioni sul tema. Si dipana ai margini della zona umida fra i comuni di Monsummano Terme, Larciano, Cerreto Guidi, Fucecchio e Ponte Buggianese.
Nel giugno del 1944 la Toscana divenne teatro degli scontri fra gli eserciti alleati e le forze tedesche, sempre più in difficoltà in tutti gli scenari del conflitto. Il feldmaresciallo Kesselring, comandante delle truppe germaniche in Italia, decise che la linea dell’Appennino Tosco-Emiliano andava difesa ad ogni costo per impedire al nemico l’attraversamento di quella che egli riteneva essere la «porta della fortezza europea». La Wehrmacht oppose una strenua Resistenza nella sua ritirata per far guadagnare tempo ai lavoratori impegnati nella costruzione delle fortificazioni della Linea Gotica sull’Appennino.
Alla fine di agosto la linea del fronte era attestata lungo il corso dell’Arno e l’esercito tedesco si accingeva a ripiegare sulla Linea Gotica. Il 23 agosto 1944 i soldati del reparto esplorante della 26ª divisione corazzata della Wehrmacht comandata dal generale Eduard Crasemann, guidati da alcuni fascisti locali, con una manovra a tenaglia circondarono l’area del Padule di Fucecchio e le campagne circostanti, procedendo contestualmente allo sterminio della popolazione che vi era insediata. Probabilmente la volontà di mettere in sicurezza il territorio in vista dell’imminente ritirata e il timore di attacchi alle spalle da parte di forze irregolari ebbero un peso sulla decisione di compiere lo sterminio. Nel dopoguerra i responsabili delle violenze, sottoposti a giudizio, si giustificarono asserendo la necessità di soffocare l’attività partigiana. Nell’eccidio del Padule su 174 vittime solo 3 erano partigiani; i restanti erano in buona parte donne, anziani e bambini. L’episodio si inquadra pienamente nella strategia terroristica della “ritirata aggressiva’’ e della guerra ai civili messa in atto dalle forze germaniche durante la Campagna d’Italia, che solo in Toscana costò la vita a poco meno di 4500 persone.
L’itinerario è percorribile nella sua interezza in macchina, ma può essere inteso come un tracciato “misto’’, con alcuni tratti che si prestano a piacevoli passeggiate o pedalate. Si comincia da Piazza del Santuario a Ponte Buggianese, ove una lapide posta sulla facciata del municipio ricorda i Caduti pontigiani. Spostandosi a sud in direzione del Padule si raggiunge l’abitato di Anchione. Le vittime dell’eccidio sono qui ricordate da un monumento nella piazza principale. Proseguendo su Via Capannone ci si imbatte nella «Dogana», antico edificio recentemente ristrutturato che ospita al suo interno il Centro di Documentazione dell’Eccidio del Padule di Fucecchio. Da qui è possibile effettuare una camminata a piedi lungo il “Percorso della Memoria’’ realizzato dal comune di Ponte Buggianese e segnalato da una cartellonistica dedicata (si tratta di un anello di 5 km che offre una visuale fra i paesaggi rurali della zona e i margini della zona umida. Si sconsiglia di farlo a piedi nella stagione estiva a causa delle alte temperature.). Con una piccola deviazione su via Ponte dei Pallini si raggiunge il Casottin del Lillo; una lapide murata su una parete ricorda due vittime della strage. Il tratto fra Via Ponte dei Pallini e la Sigaraia di Pratogrande – vecchio opificio della lavorazione del tabacco, teatro di uno degli episodi più sanguinosi dell’eccidio – è percorribile solo a piedi (ma la sigaraia si può raggiungere comodamente in macchina da Anchione).
Ripresa la macchina ci si dirige verso Monsummano, dove una sosta è d’obbligo per visitare il Museo della Città e del Territorio, che dedica una stanza alla vicenda dell’eccidio. Si prosegue a sud sulla Strada Regionale Francesca; nella piazza principale di Cintolese un monumento riporta i nomi delle vittime monsummanesi. Una piccola deviazione su via del fossetto permette di raggiungere il Porto dell’Uggia, una delle vie acquatiche di accesso al Padule. Lungo il Vione dell’Uggia (percorribile a piedi o in macchina), sull’argine sinistro, una lapide ricorda 5 vittime assassinate in questa località.
Rientrati sulla S.R. Francesca si raggiunge l’abitato di Castelmartini. Qua è possibile visitare il Giardino della Memoria con le sue installazioni artistiche (opera ideata da Andrea Dami), l’iconico monumento ai Caduti di Gino Terreni e l’esposizione dei bozzetti preparatori custodita nel bookshop del Centro Visite della riserva naturale del Padule di Fucecchio. Continuando a sinistra della chiesa si imbocca via Morette, che conduce all’omonimo porto. Questa strada, lunga circa 2,5 km, è carrozzabile salvo restrizioni del comune di Larciano nei fine settimana; si consiglia tuttavia, se possibile, di percorrerla a piedi per godere pienamente dei pregevoli paesaggi della fattoria Poggi-Banchieri e del bosco di Chiusi. Al Porto una lapide sul casotto dei Criachi e un cippo posizionato sulla sponda opposta dell’invaso danno conto degli esiti del passaggio dei nazisti.
Si ritorna quindi sulla S.P. Francesca Sud e si prosegue lungo la Strada Regionale 436 Francesca in direzione di Stabbia. Piazza XXIII agosto è dedicata al tragico evento del 1944, ricordato anche da una lapide e da un tabellone esplicativo. Spostandosi dal nucleo dell’abitato lungo strade bianche si può raggiungere il Giardino della Meditazione, realizzato nel 1997 per tenere viva la memoria delle vittime stabbiesi. Il Giardino è situato in via Ciatta, in un luogo di grande valore paesaggistico, per cui da Stabbia è consigliabile muoversi a piedi. Se invece si continua a percorrere via Francesca sud verso Fucecchio, giunti al margine meridionale della palude si svolta a destra sulla SS. 111, che sale all’abitato di Massarella, nella piacevole cornice dei colli delle Cerbaie. Sulla facciata della chiesa, nella piazza principale, una targa testimonia il sacrificio di 7 abitanti del posto. Poco oltre troviamo il Parco della Rimembranza, dal quale si gode di una straordinaria vista sul Padule e sulla Valdinievole; il luogo ideale per chiudere idealmente il viaggio e per raccogliere idee e riflessioni all’ombra delle installazioni artistiche qui poste in occasione del 70° anniversario dell’eccidio.
Nell’estate del 1944 l’attitudine delle forze di occupazione verso i civili si fece particolarmente ostile. L’odio per il “tradimento’’ dell’Italia,...